venerdì 2 marzo 2018

Vita di Gesú ad 'Enigma'





            Su Youtube è possibile reperire un interessante dibattito, sul personaggio paradigmatico di Gesú, trasmesso alla Rai qualche tempo fa.  Precisamente nella rubrica Enigma, condotta elegantemente da A. Vianello.  Il video è stato pubblicato nel 2016, ma non ricordo se anche la trasmissione sia di quell’anno  e sia stata trasmessa su Rai Tre.  Probabilmente risale alla settimana pre-natalizia del 2015.  Interpellato a grandi linee sulla vicenda del Nazareno cosí come ce lo ricorda la tradizione dei credenti, lo scrittore cattolicissimo Vittorio Messori interviene dicendo che forse la rappresentazione della Natività quale ci è giunta non corrisponde storicamente al vero: ad es. la neve e il gelo sono poco probabili per la Palestina, lasciandoci intuire che sembrano piú un ricordo dei Natali medievali.  Ed altri aspetti consimili del Presepe, quali il bue e l’asinello o il Giuseppe colla barba bianca apparterrebbero alla liturgia, non alla storia.  Il bue e l’asino si trovano solo nello Pseudo-Matteo, un vangelo apocrifo.  Siamo d’accordo.  Circa la storicità di Gesú in generale non si può che concordare con Monsignor Ravasi che non vi sono ormai piú dubbi al riguardo.  L’idea antica dello spettro umano non è però del tutto da rigettare, si dice la stessa cosa in senso altamente spirituale del Buddha, pur dovendo allora riferirci a Cristo e non al personaggio storico.  Fa da contraltare il punto di vista del prof. Odifreddi, il quale sostiene che non esistono testimonianze storiche precise.  Si cita per contro un dato dell’archeologia: la scoperta d’una urna funeraria scoperta nell’ottobre 2002 e risalente al 63 d.C., attribuita a Giacomo, fratello di Yeoshua.  Ma Odifreddi fa presente che i Vangeli sono testi sacri, non testi storici e che la critica storica non considera storici i testi di altre religioni, per es. il Ramayana.   Trattando dei Vangeli Sinottici, si precisa che quello di Marco è maggiormente antico degli altri tre, ma che non esiste alcun manoscritto originario.  L’esistenza di versioni aramaiche dei 4 Vangeli scritti in greco è soltanto un’ipotesi, non suffragata da prove concrete, benché sostenuta apertamente dal Messori.  Un esperto di Ebraismo chiarisce giustamente che Gesú non è mai stato Cristo, né cristiano, ma che il termine è semplicemente la traduzione di Masia (‘Messia’).  Odifreddi dal canto suo obietta che il discorso sta scivolando dalla disamina sul personaggio storico a quello dei Vangeli e per di piú a un terzo Gesú: quello della Chiesa, sagomato sulle proprie esigenze cultuali.  Sono tre figure distinte.  E conclude che il Canone è stato stabilito soltanto nel 320.  Su questo punto incassa l’approvazione del Ravasi.  In effetti è in questo periodo che i Sinottici diventano i Canonici.  Faccio notare da parte mia che l’associazione dei Sinottici coi 4 Segni Fissi dell’Astrologia (Toro, Leone, Angelo cioè Scorpione, Coppa cioè Aquario) implica, di necessità, non una cernita ma la formazione d’un canone in senso tradizionale.  Non per niente corrispondono ai 4 Segni degli Yuganta indiani, i periodi coi quali si concludono gli Yuga.  La questione della data della nascita nell’Anno Zero (definizione moderna, perché lo 



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Zero – rileva l’Odifreddi – deriva dal mondo indiano) risalirebbe a un monaco, certo Dionigi: che definiva tale data Anno dell’Incarnazione del Signore.  L’opinione di Mons. Borasi  è che sia nato il 6 o il 7 a.C., a causa d’una data certa: la strage degl’innocenti da parte di Erode si situa nel 4 a.C.    Il 25 dicembre risale, inoltre, al IV sec. La discussione verte poi sul luogo di nascita, Bethlehem o Nazareth.  Solo Luca e Matteo parlano di Betlemme.  Nazareth però non è menzionata al di fuori del N.T. prima del 135 d.C.  Secondo il Gardner Nazareth ha a che fare unicamente col Nazarenismo, la setta essena d‘appartenenza di Gesú.  In greco gli aderenti erano chiamati Naziroí.  Messori è dell’opinione che occorra abbandonare un certo pauperismo associato alla vita del Nazareno, nel senso che questi povero per ragioni familiari non lo è mai stato.  I 4 Evangelisti non erano d’altronde dei testimoni oculari.  Circa i Re Magi ci si chiede se fossero davvero re.  Il Vangelo armeno dell’infanzia, scritto nel V sec., ha fissato al 6 gennaio l’arrivo dei Magi, dopo 12 giorni di viaggio.   La ragione del viaggio è posta giustamente in seno allo Zoroastrismo.  Riguardo invece la Cometa, si sa che la Cometa di Halley passò il 12 a.C. e non il 6 o il 7.  Ma questo in realtà basta per un’associazione cultuale colla nascita d’un Redentore.  La congiunzione di Giove a Saturno, questo possiamo asserirlo di persona essendo esperti di astrologia, non c’entra nulla.  Il Borasi precisa con acume che nell’Antichità si usava  trarre auspici dagli eventi storici al fine di pronosticare il futuro e la cometa era un emblema di profezia messianica.  Sul tema dei fratelli e delle sorelle spunta la solita tesi ecclesiastica della famiglia allargata presso gli Ebrei, nonostante i Vangeli siano chiari in proposito, assegnando 4 fratelli e 2 sorelle.  Il Borasi cita il Protovangelo di Giacomo, asserendo che gli altri fratelli erano figli d’un matrimonio precedente di Giuseppe.  Ma c’è un figlio, Giuda (in realtà Giuda Tommaso), che è un gemello al dire di altri.  Indi il giornalista Riccardo Calimani concorda con Monsignor Borasi che la vita di Gesú è stata tutta rivolta all’Ebraismo e questo lo penso anch’io.  Il dott. P.Luigi Giaima Bollone introduce un discorso molto pericoloso, le leggende dei viaggi in Oriente.  Per quel che concerne un eventuale soggiorno in Giappone è chiaro che non ci sono i presupposti per poterlo affermare seriamente.  Ma la trasmissione fa tutto un fascio di ciò e le leggende indiane, che invece sono verosimili.  Non affermo con certezza che si tratta di verità storica, questo è difficile saperlo.  Però non è faccenda che si possa liquidare in quattro e quattr’otto.  Il motivo per cui il Nazareno sarebbe andato in giovinezza in India è legato, secondo tali leggende, al tentativo di seguire le orme della tribù ebraica degli Yadu, che considerava il Kashmir e non la Palestina la ‘Terra Promessa’.  Non bisogna dimenticare, del resto, le parentele fra l’antico Sumer, donde proveniva Abramo, e la Civiltà della Valle dell’Indo.  Sennonché, dopo un filmato su 



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N.Notovich (d’origine ebraica) e compagnia bella, il discorso si banalizza e perde la lucentezza iniziale.  L’autore russo viene fatto passare per un cialtrone e non si dice della scoperta d’un vangelo esseno, Il Vangelo di Gesù, che peraltro sparisce ad un certo momento, per poi riemergere e sparire di nuovo.  Si possono ipotizzare interventi dall’esterno in proposito, ma è molto più facile azzerare il tutto, condendolo di amenità come la tomba di Mosé o il matrimonio con Maddalena.  La prima cosa effettivamente c’entra, perché l’Impero Britannico per trovare giustificazioni al proprio dominio sembra aver spinto in una data direzione.  Almeno di questo parere è il Gardner, che pure nega validità alla tesi del Gesú kashmiro.  Per capire bene la questione, tuttavia, occorrerebbe parlare in dettaglio di Issa, il quale non era né musulmano né buddhista e si auto-dichiarava figlio di Dio e d’una Vergine.  Cosa che la rubrica si guarda bene dal fare o fa superficialmente.  Le feste natalizie erano alle porte ed Enigma non voleva mancare di rispetto a nessuno evidentemente.  Secondo.  Il matrimonio con Maddalena non c’entra nulla col viaggio in India fra i 13 e i 29 anni, semmai c’entra colle nozze di Cana, a giudizio del Gardner medesimo.  Circa il successivo viaggio, dopo la Crocifissione, si tocca un tema delicato.  Fu la Crocifissione una morte rituale, apparente, oppure fu vera storicamente parlando?  Il Gardner credeva nella prima ipotesi, però non faceva seguire ad essa le ragioni del viaggio.  Dov’è finita allora la figura del Nazareno?  E dove è stato seppellito alla morte?  Questo Gardner non lo dice e quindi rimane valida la tesi del Notovich, cioè che avesse approcciato un monastero buddhista, si fosse risposato (Maddalena era fuggita in Francia secondo La Leggenda Aurea di Iacopo da Varazze), avesse avuto dei nuovi discepoli e avesse lasciato le memorie alfine nel cd. Vangelo di Gesú, tradotto in shloka sanscriti, ritradotti anche in tibetano.  Donde si spiega alfine la tomba di Shrinagar.
            Un’ultima considerazione: il Messori menziona una setta islamica che avrebbe finanziato e spinto la tesi del Gesú sopravvissuto alla Croce, ma non ne fa il nome.  Si riferisce agli Ahmadiya?  E ricorda che costoro credono in una sostituzione nella Crocifissione da parte di Simone il Cireneo.  Ancora una volta è impreciso: Simone il Cireneo sostituisce Simon Lazzaro, non Gesú.  Chi crede nella sopravvivenza dopo la Croce non crede nella morte di Simone, ma in quella del ‘Cattivo Ladrone’.  In altre parole, Giuda, e non per la crocefissione, ma per vendetta dovuta al tradimento.  In altre parole, tutti e tre si salvano, ma uno soccombe per punizione inflitta da parte della setta nazarena.  Lo testimoniano gli Atti degli Apostoli.  Alla fine salgono alla ribalta gli Esseni, ma non è tracciato alcun rapporto con il Nazarenismo, confondendo i qumraniti alla Giovanni Battista con l’intero nucleo essenico.  Invece in questo rapporto, in questo dialogo tra le 



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due sette è racchiuso tutto il mistero della vicenda in questione.
            La parte finale della trasmissione è sul Messianismo e i miracoli, ma non intendiamo commentarla.  In pratica il punto di vista è quello razionalista, fatte salve alcune concessioni al sovrannaturalismo.   Il Messori, citando San Paolo, riconosce che il miracolo per eccellenza è in realtà quello della Resurrezione.  Ma la Resurrezione, mi chiedo con Gardner e coi Vangeli Apocrifi, è avvenuta prima o dopo la Sua morte?  Personalmente credo prima.



LINK A: Simone di Cirene è stato crcefisso al posto di Gesù? 
http://sullelievialidipegaso.blogspot.it/2017/08/la-biografia-sconosciuta-di-gesu-e-le.html

LINK B: Gesù è morto in Kashmir?
http://sullelievialidipegaso.blogspot.it/2017/08/gesu-e-morto-in-kashmir.html

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